Come vivranno, lavoreranno e faranno acquisti gli italiani nei prossimi anni?
A queste domande ha cercato di rispondere l'indagine Italy Live Work Shop di CBRE - Coldwell Banker Richard Ellis.
Foto di Lisa Fotios/Pexels
Partendo da un’indagine globale “Live-Work-Shop Report” nella quale sono state intervistate oltre 20.000 persone in tutto il mondo, il Team Research Italia di CBRE ha estrapolato i risultati ottenuti dai 1.100 intervistati italiani appartenenti alle diverse generazioni dai Baby Boomers alla Gen Z tra giugno e luglio del 2022, per determinare come vivranno, lavoreranno e faranno acquisti in futuro.
L’indagine conferma che gli italiani non sono molto indietro rispetto agli europei rispetto alle principali tendenze (dall'e-commerce al lavoro ibrido), ma le differenze culturali persistono. In particolare, le differenze generazionali all'interno dell'Italia sembrano essere maggiori rispetto a quelle tra i diversi Paesi.
L’indagine analizza tre aspetti della vita quotidiana: abitazione, lavoro e acquisti: secondo i ricercatori, le tendenze che emergono influenzeranno le costruzioni e le ristrutturazioni del futuro.
Il settore residenziale
La scelta dell’abitazione è da sempre una delle decisioni più importanti per un individuo e il 37% degli intervistati italiani esprime il desiderio di voler cambiare casa entro i prossimi due anni. La maggior parte di queste persone (63%) ha un'età inferiore ai 33 anni, spesso all'inizio della carriera o in procinto di formare una famiglia.
Il 61% degli individui intervistati possiede un’abitazione di proprietà. Tuttavia, questa tendenza non è distribuita in modo uniforme tra tutte le generazioni, variando dal 41% della Gen Z all'81% dei Baby Boomers. Le persone di età inferiore ai 33 anni sono infatti le più propense a trasferirsi in alloggi in affitto (73% degli intervistati sotto i 33 anni).
La pandemia ha indubbiamente cambiato le priorità nella scelta della casa - ponendo grande enfasi alla qualità degli spazi, come ad esempio la necessità di zone di lavoro dedicate - ma si osservano anche in questo ambito delle differenze tra generazioni: i più giovani, continuano a porre una forte attenzione al prezzo, come conseguenza di una minore capacità di spesa.
In linea con i risultati europei è la preferenza degli italiani a trasferirsi in aree più decentrate, mentre è interessante notare come i due estremi della popolazione, Baby Boomers e Gen Z, sono quelli più propensi a trasferirsi all’estero.
Secondo Silvia Gandellini, Head of Capital Markets & A&T High Street di CBRE Italy, “Nei prossimi anni il settore residenziale dovrà essere in grado di offrire alternative economicamente più accessibili, in particolare abitazioni in affitto attraverso lo sviluppo di nuovi prodotti multi-family e built-to-rent nelle grandi città.
Sono, infatti, queste le richieste delle generazioni più giovani e degli individui con risorse economiche limitate. La sfida per il settore sarà quella di offrire soluzioni abitative con un impatto positivo sia a livello ambientale che sociale, come affordable housing, senior living e student housing”.
Immobili per gli uffici
Sono già molti i lavoratori italiani che usufruiscono di un modello di lavoro ibrido (43%), una percentuale inferiore a quella europea e globale (58%), ma è sempre forte il desiderio di continuare a dirigersi verso le modalità di lavoro flessibili, privilegiate dal 67% degli intervistati italiani, in particolare quelle che consentono di trascorrere la maggior parte della settimana a casa, come indicato dal 43% degli intervistati.
Il desiderio di legami sociali con i colleghi e l'aumento della produttività sono i fattori alla base del ritorno in ufficio. La buona qualità dei servizi e delle strutture è quindi fondamentale per aumentare la soddisfazione dei lavoratori e rendere più attraente il luogo di lavoro.
Meno della metà degli intervistati italiani (48%) si ritiene complessivamente soddisfatta della qualità del proprio attuale ambiente di lavoro in ufficio, un livello inferiore rispetto ai colleghi europei e mondiali, dove la soddisfazione complessiva raggiunge rispettivamente il 62% e il 66%.
I fattori come le caratteristiche ambientali (luce naturale, migliore qualità dell'aria, acustica, ecc.), la disponibilità di spazi per concentrarsi sul lavoro, le opportunità di benessere/relax e dotazioni tecnologie avanzate, sono considerate tra i fattori più desiderabili dalla grande maggioranza degli intervistati.
“Il lavoro ibrido è ormai una tendenza chiave nel mondo office – ha commentato Fabio Mantegazza, Head of Advisory & Transaction Services di CBRE Italy – e, nei prossimi anni, ci aspettiamo che le aziende corporate privilegeranno uffici situati in location fortemente accessibili, ricche di servizi e comfort in zona, in grado di offrire un’ottima qualità del lavoro e attenzione al well-being”.
Il settore Retail
La maggior parte dei consumatori italiani preferisce ancora acquistare in negozio, soprattutto per particolari categorie di prodotto. Il 61% degli intervistati ha una preferenza per gli acquisti prevalentemente offline.
Per tutte le generazioni, la possibilità di vedere e provare i prodotti, così come la loro immediata disponibilità e il supporto dell'addetto alle vendite, continuano a mantenere alte le preferenze per i negozi fisici.
Dall’indagine emerge anche l’attenzione dei consumatori nei confronti della sostenibilità. La maggior parte dei consumatori italiani ha integrato le preoccupazioni ambientali nelle proprie abitudini di consumo: il 76% dei intervistati ha cercato di consumare meno negli ultimi sei mesi, il 66% preferisce prodotti locali, il 49% marchi minori o indipendenti.
Secondo Mirko Baldini, CEO di CBRE Italy, “Un tema fondamentale e trasversale a ogni riflessione sul mercato immobiliare è sicuramente il tema ESG (Environmental – ambiente, Social – società, e Governance): l’attenzione delle proprietà non dovrà fermarsi soltanto alla ricerca di occupier in grado di rispondere alle esigenze dei consumatori, sempre più attenti alla sostenibilità. Gli investitori dovranno infatti investire sempre di più nel monitoraggio regolare delle performance degli immobili, in modo da offrire riscontri misurabili e continuativi sulle prestazioni dei propri asset”.
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