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Maria Chiara Sabato

Rione Monti, il quartiere più "cool" di Roma

C’è un quartiere a Roma amato dai registi, residenza preferita dagli stranieri e con un’aria da Francia del Sud. Quale? Può essere solo il Rione Monti che sorge tra i Fori Imperiali e il Colle Esquilino su tre dei sette colli di Roma: Esquilino, Viminale e Quirinale.



Da qui il nome del primo rione, per ordine di tempo e di grandezza, di Roma. Primo anche per il “The Guardian” che diversi anni fa ha definito Monti il quartiere più “cool” della città.


La storia del rione è antica quanto la città stessa: fu uno dei primi luoghi abitati dagli antichi romani, qui sorgevano infatti sia i palazzi patrizi sia – nella parte più bassa chiamata Suburra – i quartieri più malfamati. Nel Medioevo, a causa della scarsità d’acqua, molti abitanti si trasferirono verso Campo Marzio ma la zona rimase comunque frequentata grazie anche all’afflusso di pellegrini che visitavano le antiche basiliche di S. Maria Maggiore e S. Giovanni in Laterano.


COSA FARE NEL RIONE MONTI


Ciò che rende la zona unica sono i suoi vicoli stretti, le numerose piante su balconi e facciate, le scalinate, le piazzette che si aprono all’improvviso. Tra queste Piazza degli Zingari è una delle più belle: prendere qui un aperitivo nella mattina di domenica permette di assaporare il pigro viavai di turisti, romani e ucraini ben vestiti e diretti alla messa in Ss. Sergio e Bacco, chiesa di rito cattolico-ucraino. Ogni domenica è inoltre possibile visitare il mercato vintage di via Leonina.


Per quanto meno confusionario e meno turistico di altri quartieri, il Rione Monti ha una sua vivace vita notturna: locali, bar, ristoranti, gelaterie, enoteche si trovano a ogni angolo di strada con maggiore concentrazione tra via del Boschetto e piazza S. Maria dei Monti, punto di incontro per tutte le comitive di amici.

Per chi visita la zona di giorno ci sono altre attrazioni oltre al palato: i palazzi storici, i musei, le botteghe di artigianato, le chiese antiche come la Basilica di San Pietro in Vincoli, dove si trova il Mosè di Michelangelo.


CIAK SI GIRA AL RIONE MONTI


Gli amanti del cinema possono anche girare per le stradine alla ricerca dei luoghi immortalati nei film. Il Rione Monti ha fatto da sfondo a molte opere di Mario Monicelli, che lo aveva scelto per viverci, come ricorda una targa in via Urbana.


Altri film girati in tutto o in parte nel rione Monti sono: “La sindrome di Stendhal” (1996) di Dario Argento, “Mission Impossible 3”, “Spectre” con Daniel Craig, “La banda degli onesti” con Totò e Peppino De Filippo, “I ragazzi di via Panisperna” dedicato ai fisici che ruotavano intorno a Enrico Fermi, “Notte prima degli esami” di Brizzi e “Cuore Sacro” di Ozpetek.


Ci sono alcune dicerie legate a Monti: secondo alcuni studiosi il dialetto parlato in passato a Monti è leggermente diverso dal dialetto parlato a Trastevere.


MITI E LEGGENDE DEL RIONE MONTI


Secondo un’altra leggenda presso la salita dei Borgia sembra che Tullia calpestò con il suo carro il cadavere del padre Servio Tullio per favorire l'ascesa al trono del suo amante, nonché marito di sua sorella minore, Tarquinio il Superbo, poi cacciato da Roma. Qualunque sia la storia, gli antichi romani chiamavano la salita dei Borgia “vicus sceleratus”.


In un quartiere così antico non potevano mancare i miracoli. Il primo avvenne il 5 agosto del 358 d.C quando Roma si svegliò sotto la neve. Era questo il segno che indicava dove costruire una nuova chiesa dedicata alla Madonna. La notte prima la Vergine Maria era infatti apparsa in sogno al papa Liberio e al patrizio Giovanni, chiedendo di costruire una chiesa nel luogo che avrebbe indicato. Al loro risveglio, il Papa e il patrizio trovarono l'Esquilino ricoperto di neve: in quel luogo costruirono Santa Maria Maggiore.


Il secondo miracolo avvenne nel 1718: sotto l’intonaco della sacrestia di Ss. Sergio e Bacco, chiesa di rito greco-cattolico ucraino, fu ritrovato un affresco della Madonna. Era l’esatta copia, ma ingrandita, dell’icona della Santissima Madre di Dio di Žyrovici, chiamata Madonna del Pascolo. L’immagine romana fu inizialmente coperta dall’intonaco ma a fine giornata il pittore che l’aveva imbiancata trovò l’intonaco per terra e l’immagine completamente scoperta. Da quel momento l’immagine divenne oggetto di venerazione da parte di tutti i fedeli.


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