“Fino agli anni Novanta qui non c’era niente di notevole: a Pigneto alta c’erano «i villini», ottima edilizia del Ventennio con molto verde intorno, giù verso la Prenestina il quartiere si allungava oltre un ponte di ferro in un’edilizia povera, case basse e senza intonaco, un bar dove si erano girate alcune scene di Accattone.
Foto di Davide Costanzo/Flickr
Il Pigneto era una zona franca dove era facile nascondersi, con una delinquenza tradizionale e di piccolo cabotaggio. (qui si era nascosto Liboni mentre era braccato dalla polizia). Il via al cambiamento lo ha dato l’«Infernotto», un’enoteca raffinata aperta dal compagno di Silvia Baraldini; che si è tirato dietro altri negozi alternativi, alimentari sfiziosi, un knit café; le memorie pasoliniane aggiungevano un tocco glamour”.
Così lo scrittore Walter Siti racconta su “La Stampa” la storia del Pigneto, una zona di Roma che si estendo come un triangolo isoscele tra da piazzale Labicano, via Prenestina, via Casilina via di Acqua Bullicante.
Quella di Siti sembra una sintesi perfetta per un quartiere che, dopo una storia di povertà e malavita, all’improvviso, grazie alla presenza di studenti universitari e agli affitti economici, si è trasformato in uno dei centri della movida romana, con ricadute anche sul costo delle abitazioni. Oggi le case hanno infatti un prezzo che oscilla tra i 2.000 e i 4.000 euro al metro quadro.
Sebbene il toponimo Pigneto sia attestato già nel XVII secolo come area ricca di orti, ville e vigne, il primo agglomerato edilizio si formò a partire dal 1870 dall'unione di insediamenti abitativi diversi. Durante il Fascismo vide una forte urbanizzazione grazie alla presenza di alcune fabbriche nelle quali lavoravano gli operai della zona. Oggi è un quartiere di oltre 30mila abitanti,, multiculturale e ben servito dai mezzi pubblici.
Gli amanti del verde possono passeggiare in numerose aree verdi: la Tana dei Cuccioli in via Gentile da Mogliano, i giardini Nuccitelli-Persiani nell’omonima piazza, i giardini in piazza del Pigneto, il parco delle Energie su via Prenestina, il parco del Torrione Prenestino e il parco Roberto Almagià in via Zenodossio.
Tra le cose da vedere al Pigneto, c’è un ricco museo del giocattolo del’ 900. SU 308 Mq si estende una collezione di 2700 giocattoli industriali costruiti tra il 1920 e il 1960, di provenienza non solo europea ma anche americana e asiatica. I giocattoli provengono dalla collezione di Billig Hoenigsberg, ebreo viennese emigrato a New York per via del Nazismo, da quella di Walter Rappaport, antiquario di Miami, e dalla collezione di bambole di Marzia Perez. Il museo, aperto dal 1979, si trova in via Vincenzo Coronelli 24.
Il quartiere noto per le location di diversi film, da Rossellini, a Pasolini a Sordi a Nanni Moretti, è anche un luogo scelto da diversi scrittori per ambientare le loro storie. Sono ambientati in questo quartiere i libri “Il cielo sopra il Pigneto” di Cristiano Ranalletta, “Sul corno del rinoceronte” di Francesca Bellino, “La storia del Pigneto. Dalla preistoria ai giorni nostri” a cura di Gaia Marnetto.
Kommentare