Nel 2023 sono calate le compravendite immobiliari del 7% e i mutui del 26%. È quanto emerge dal rapporto “Dati statistici notarili” relativi al 2023 e presentato il 15 maggio 2024 dal Consiglio Nazionale del Notariato. Il 94% dei dati rilevati è stato integrato da stime probabilistiche pari al restante 6%.
Esaurito l’effetto rimbalzo successivo al blocco forzato del 2020, nel 2023 l’attività economica nel Paese è stata fortemente penalizzata dal rialzo costante dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea, combinata a una inflazione sensibile e all’aumento del costo delle materie prime causato dagli incentivi fiscali che hanno viziato la corretta formazione dei prezzi.
La conseguenza è stata il crollo dei finanziamenti richiesti agli istituti bancari e la contrazione della capacità di spesa da parte degli Italiani.
Dalla lettura dei Dati statistici notarili, si registra una sensibile diminuzione del numero assoluto di atti stipulati rispetto all’anno precedente, pari a meno 5,5% circa.
I mesi in cui si stipula di più
Da notare che anche nel 2023 circa un terzo degli atti complessivamente stipulati nel corso dell’anno, è stato ricevuto in periodo prefestivo (giugno, luglio e dicembre): come in passato, l’utenza accelera la conclusione delle trattative, in prossimità di periodi di sospensione delle attività economiche come le ferie d’agosto e il periodo natalizio.
Ancora una volta si conferma particolarmente vivace il mese di marzo, capace nel 2023 di far registrare il valore mensile più alto di tutto l’anno con un 9,77% su base annua.
Le regioni con più scambi di immobili
Mentre tutto il territorio nazionale vede una flessione più o meno uguale del numero assoluto di atti stipulati, fanno eccezione le Isole, dove il calo è molto più contenuto (circa il 2%) probabilmente perché questi territori sono comprati per produrre energia solare ed eolica.
Nel Nord del paese viene stipulato circa il 53% del totale degli atti notarili, mentre il Sud (Isole comprese) raggiunge circa il 25%.
La regione nella quale sono stati scambiati più immobili rimane la Lombardia con il 19,52% degli immobili scambiati sull’intero territorio nazionale. Seguono il Piemonte con il 9,29% e il Veneto con un 9,11%.
La Valle d’Aosta, confermando il dato degli anni precedenti, è la Regione ad avere il tasso più alto per compravendite/abitanti, facendo registrare una punta di ben 4.088 compravendite ogni 100.000 abitanti pur essendo la Regione dove avviene la minor percentuale di vendite (lo 0,37% del totale delle compravendite italiane).
Chi sono i compratori e i venditori
La fascia d’età in cui viene effettuato un maggior acquisto di fabbricati si conferma quella tra 18-35 anni, con una percentuale nell’intero 2023 pari al 26,67% delle transazioni.
Il 50,8% degli immobili abitativi è stato acquistato con l’agevolazione prima casa (nel 2022 era il 53,12% e nel 2021 il 56,05%).
La fascia d’età privilegiata per alienare la prima casa e sostituirla con un’altra prima casa è rimasta la fascia d’età 36-45 (che riscontra una percentuale pari al 31,40% (dato leggermente in calo rispetto al 2022 nel quale gli acquirenti con credito di imposta nella fascia 36-45 è stata il 35,03%).
Mutui in calo
Nel 2023, il settore dei mutui ha registrato un notevole calo, -26% rispetto all'anno precedente, scendendo a livelli perfino inferiori ai valori pre-pandemia. Significativo appare anche il trend negativo del secondo semestre rispetto al primo, che segnando un -3% lascia immaginare un difficile recupero anche nel corso del 2024.
Il capitale complessivo erogato dagli istituti di credito per finanziamenti ipotecari nel 2023 è diminuito di oltre il 25%, passando dai quasi 71 miliardi di Euro erogati nel 2022 (già in riduzione rispetto all’anno precedente) ai poco più di 53 miliardi del 2023.
Particolarmente penalizzati i mutui sotto i 50.000 Euro o sopra i 350.000.
Gli abitanti che fanno maggiore ricorso al credito si confermano quelli della Lombardia e del Friuli-Venezia Giulia. Fanalino di coda nel ricorso ai mutui resta la Calabria.
Le donazioni di beni mobili
I beni mobili più donati anche nel 2023 sono le partecipazioni societarie (42,33%) con pochi punti percentuali di differenza con il denaro (41,01 %); in calo progressivo, seppur di pochi decimali, le donazioni di azienda (6,32 contro il 6,49% del 2022), che rimangono al terzo posto, seguite dal 5,24 % di donazioni di nuda proprietà.
Le donazioni di beni mobili si concentrano nel mese di dicembre durante il quale si sono stipulate il 18,17 % di tutte le donazioni mobiliari del 2023, mentre il picco al ribasso è tradizionalmente ricorrente nel mese di agosto in cui si registrano solo il 2,53 % del totale delle donazioni.
A ricevere una donazione di beni mobili sono soprattutto gli uomini. Anche tra i donanti prevale il genere maschile. Secondo il rapporto “La ricchezza mobiliare passa quindi tradizionalmente da maschio a maschio, mentre le donne si preferisce liquidarle in denaro”.
Resta stabile, rispetto alle rilevazioni precedenti, l’età dei riceventi: chi riceve una donazione ha tra i 18 ed i 55 anni.
Segue un andamento opposto l’età dei donanti: si dona progressivamente sempre di più dai 56 anni in poi in relazione al crescere dell’età.
Le donazioni di beni immobili
Per quanto concerne le donazioni di beni immobili e diritti reali immobiliari si registra una progressiva diminuzione del loro numero in relazione agli anni precedenti.
Subiscono una diminuzione, rispetto agli anni precedenti le donazioni di abitazioni o fabbricati in genere (capannoni, negozi, ecc.) che costituiscono il 55,81% del totale di tutte le donazioni immobiliari rispetto al 57,11% del 2022, pressoché stabili rispetto al 2022 le donazioni della nuda proprietà dei fabbricati (16,64 % del totale) e quelle dei terreni agricoli (13,72 % del totale).
Le donazioni immobiliari rimangono più frequenti al sud e nelle isole dove vengono stipulati il 49,95% di questo tipo di atti.
Nel rapporto tra atti e numero degli abitanti, il Trentino si conferma anche per il 2023 la regione con il maggior numero di donazioni di immobili rispetto alla sua popolazione residente, seguita dalla Valle d’Aosta, dalla Calabria e, quasi a pari merito, dalla Basilicata.
Le donne donano di più di quanto ricevono mediante donazione: esse sono il 51,84% dei donanti mentre sono il 48,81% dei riceventi, con percentuali inverse rispetto ai maschi.
I riceventi hanno un’età compresa tra i 18 ed i 55 anni e la fascia d’età che percentualmente riceve più donazioni è quella tra i 46 e i 55 anni con il 26,89% del totale, mentre si dona soprattutto dai 56 anni in su.
Anche nel 2023 è confermata l’unica eccezione in questo ambito: la donazione del solo usufrutto di fabbricato viene effettuata con una certa frequenza a persone avanti negli anni, poiché il 16,05% di quanti ricevono questo tipo di donazione sono soggetti tra i 76 e 99 anni.
I dati analizzati portano a pensare che la donazione viene utilizzata soprattutto in funzione distributiva del patrimonio familiare in vista della successione.
Quando si dona ai più giovani si dona una prima casa, mentre andando avanti con gli anni oggetto di donazione può essere anche una seconda casa o un altro tipo di fabbricato.
Valore degli immobili venduti
La maggior parte degli immobili acquistati da privati con l'agevolazione prima casa ha un valore inferiore a €99.000 (43,77%), mentre solo lo 0,34% supera il milione di euro.
Per gli acquisti da imprese, il 27,82% si colloca nella fascia tra €200.000 e €299.999. Il mercato delle seconde case mostra che la maggior parte dei valori rimane sotto €99.000.
L'interesse per immobili di lusso rimane elevato con 7.772 transazioni oltre il milione di euro nel 2023, nonostante una leggera diminuzione rispetto al 2022.
Il valore mediano degli immobili abitativi acquistati da privato con agevolazione prima casa nel II semestre 2023 è di euro 113.000 (nuovamente in ribasso rispetto ai 115.000 del 2022 e del 2021). Più alto il valore mediano di acquisto prima casa da imprese, che è di euro 265.000.
Questi dati confermano il fatto che, contrariamente alle compravendite tra privati, quelle da imprese mostrano un incremento sia nel volume che nel valore mediano, suggerendo una forte domanda per nuove costruzioni o immobili recentemente ristrutturati.
Anche la maggior parte delle seconde case hanno un valore inferiore ad euro 99.000 e precisamente il 69,62% delle case acquistate da privati e il 41,82% delle case acquistate da imprese.
Mentre i terreni agricoli oggetto di contrattazione sono stati 178.332 (inferiori rispetti ai 184.378 del 2022 ed ai 181.303 del 2021) e la maggioranza degli stessi (il 57,50%) ha fatto registrare un valore inferiore ad euro 9.999.
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