Ci sono alcune zone di Roma che più di altre ricordano la Resistenza: la Montagnola è tra queste. La zona si trova a Roma Sud, tra Tor Marancia e Laurentino, all’interno del quartiere Ardeatino.
Qui, sul piazzale Caduti della Montagnola, in passato chiamato piazzale Valvisciolo, ci furono tra l’8 e il 10 settembre 1943 diversi scontri tra carabinieri, esercito italiano, civili e forze armate tedesche che volevano occupare Roma. Un monumento ai caduti e le croci sulla chiesa di Gesù del Buon Pastore ricordano i 53 italiani morti nei combattimenti.
A novembre 2021 alcuni artisti hanno ricordato quella battaglia con quattro murales nelle strade del quartiere. Uno di questi murales è dedicato al fornaio Quirino Roscioni che mise il forno a disposizione dei soldati italiani che dopo l’8 settembre rifiutarono di consegnarsi ai tedeschi, divenendo quindi dei fuori legge. L’opera è realizzata da Dominio Pubblico con la curatela di Gojo, “MA®T – Millennials A®T Work – annualità 2020” in collaborazione con Retake Roma.
Il nome, Montagnola, fa riferimento al piccolo rilievo noto come Montagnola di San Paolo, una altura che si forma nei pressi dell'intersezione tra la via Laurentina e la via Cristoforo Colombo.
Anche se il nome era già presente nel Piano Topografico di Roma del 1907-1924, per un periodo la zona fu chiamata Borgata Laurentina, come riportano le mappe dell'Istituto Geografico Militare del 1949.
Utilizzata per molti secoli – fin dagli antichi romani – come area agricola extraurbana, lo zona, povera e malarica, ha mantenuto la sua vocazione rurale per lungo tempo.
Nel 1871 grazie alla bonifica delle Tre Fontane a opera dei frati trappisti, le condizioni di vita migliorarono ma solo agli inizi del XX secolo si comincia a creare una borgata quando viene debellata la malaria. I trappisti costruirono anche alloggi, una scuola, che ha funzionato fino agli anni ’70 del’ 900, una sala cinematografica, una banda, una scuola serale per i lavoratori.
Negli anni ’30 in vista dell’Esposizione universale romana, nella zona iniziò la costruzione di alloggi residenziali lontani dai casali agricoli. Sempre negli anni ’30 nasce la prima chiesa che diventa subito un luogo di aggregazione e di riconoscimento della popolazione, ma anche un posto dove accogliere ebrei e oppositori del regime.
Col tempo si aggiungono altri servizi: una scuola elementare e materna, gli uffici comunali, una palestra, attività associative, un centro anziani, alcuni parchi e un mercato rionale e una biblioteca.
Negli anni ’60 furono eliminate le baracche e il quartiere si dotò di una serie di centri di aggregazione. Tra questi c’era anche la sezione della Democrazia cristiana che nella stessa giornata, ma in orari diversi, si trasformava in Lazio Club o Roma Club: unica sede per due tifoserie.
Per molto tempo il quartiere, di recente urbanizzazione, è stato abitato da operai, cavatori e immigrati provenienti soprattutto da Marche e Abruzzo. A questa popolazione col tempo si sono aggiunti gli studenti della vicina Università Roma Tre. La presenza degli studenti ha portato come conseguenza la nascita di diverse pizzerie, ristoranti e locali.
Tra i personaggi famosi cresciuti alla Montagnola c’è il cantante Renato Zero, il pugile Giovanni De Carolis – campione mondiale supermedi Wba – e il suo collega Guido Vianello: entrambi provengono dalla palestra Team Boxe che ha sede nel quartiere.
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