Il Parlamento europeo ha approvato con 370 voti favorevoli, 199 contrari e 46 astensioni la direttiva sulle Case green. Per diventare legge, la direttiva dovrà essere approvata anche dal Consiglio dei ministri.
Daniele La Rosa Messina/Pexels.com
Secondo la nuova normativa, tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, a partire dal 2030. Per gli edifici pubblici la data di scadenza è il 2028. L’obiettivo è arrivare a emissioni zero entro il 2050 per tutti gli edifici.
Lo scopo della direttiva è ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050.
Secondo la Commissione, gli edifici dell'Unione europea sono responsabili del 40% dei consumi energetici e del 36% delle emissioni climalteranti.
Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico.
Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per ridurre entro il 2030 di almeno il 16% l'energia utilizzata rispetto al 2020, e di almeno il 20-22% entro il 2035, sempre rispetto al 2020.
In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033: i Paesi dovranno introdurre requisiti minimi di prestazione energetica.
I Paesi membri dovranno garantire l'installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030.
Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040.
A partire dal 2025, sono vietate le sovvenzioni all’installazione di caldaie autonome a combustibili fossili mentre saranno ancora possibili gli incentivi per i sistemi di riscaldamento che usano energia rinnovabile, come quelli che combinano una caldaia con un impianto solare termico o una pompa di calore.
Secondo i dati dell’Istat, in Italia, si contano circa 12 milioni di edifici residenziali, ma la maggior parte si trova in classe energetica E-D-F-G.
Un calcolo effettuato da Scenari Immobiliari L’impatto finanziario sulle famiglie – che dipende ovviamente dalle specifiche caratteristiche degli immobili – è stimato tra 20.000 e 55.000 euro circa.
Va precisato che tale stima non prende in considerazione la neutralità energetica (NZEB), ma solo il miglioramento energetico per il 2030 fornito dalle indicazioni dell’Europa.
La nuova normativa non si applica a: monumenti, edifici con particolare valore storico o architettonico, chiese e luoghi di culto, edifici a uso temporaneo, seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l’anno, abitazioni unifamiliari con una superficie inferiore a 50 Mq, edifici agricoli.
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