In un momento di caro energia, la scelta della casa è importantissima per evitare spese eccessive di luce e gas.
Foto di Muntzir_Mehdi/Pixabay
In Italia, le case sono classificate con le lettere A, B, C, D, E, F, G. Gli edifici meno dispendiosi dal punto energetico sono di categoria A, al polo opposto, in classe G, si trovano le case più energivore. Più una casa si avvicina ad A e minore è il suo impatto energetico. Il valore è calcolato in base a diversi parametri: tipo di infissi, presenza di pannelli solari, età degli impianti.
La classificazione, in passato poco conosciuta, è diventata sempre più familiare per gli acquirenti.
La conferma arriva da una ricerca firmata Enea e I-Com, l’Istituto per la Competitività (I-Com) e Fiaip, la Federazione italiana degli agenti immobiliari professionisti. Dalla ricerca, pubblicata nel 2022 e riferita nel 2021, in Italia cresce la qualità energetica degli immobili anche se resta ancora un potenziale largamente inutilizzato nella riqualificazione energetica degli edifici esistenti.
Secondo il rapporto, gli italiani sono più attenti al risparmio energetico delle abitazioni. Nel 2021 è infatti cresciuto il numero di immobili comprati e venduti nelle classi energetiche più performanti, cioè A e B e si registra un 30% di acquisti di nuove costruzioni in classe A1.
Secondo la percezione degli agenti immobiliari il 60% degli acquirenti di immobili ha una sufficiente consapevolezza dell’importanza dell’efficienza energetica e quasi il 40% di chi vende immobili ha una buona (23%) o molto buona (15%) capacità di valorizzazione dell’efficienza energetica.
Lo studio, condotto su 600 agenti immobiliari, rileva come la percentuale di immobili appartenenti alla classe energetica G risulti ancora la più diffusa nel corso del 2021, anno nel quale è comunque emersa un’accelerazione della qualità energetica degli immobili ristrutturati e usati. Questo anche grazie al beneficio degli incentivi fiscali e nello specifico al Superbonus 110%, che ha trovato la sua concreta applicazione proprio nel 2021.
Secondo la ricerca, nelle zone di estrema periferia gli immobili compravenduti appartengano per quasi l’80% alle classi energetiche meno performanti (E, F e G), mentre nelle zone di pregio la percentuale di immobili nelle prime classi energetiche (A e B) è al 36%. Se da una parte l’efficientamento energetico degli immobili nuovi si attesta su un valore invariato da 4 anni pari al 77%, gli immobili ristrutturati stanno recuperando la caduta registrata tra il 2019 e il 2020 attestandosi al 32% nel 2021.
Dall'indagine emerge infine che, tra le caratteristiche connesse alla qualità energetica dell’immobile, gli acquirenti sono più sensibili alla presenza di impianti di climatizzazione ad alta efficienza (23,3%), a un buon isolamento termico delle strutture (21%) e degli infissi (20,9%) e a impianti di generazione a fonti rinnovabili (17,6%) e dunque la presenza di queste peculiarità potrebbe essere maggiormente evidenziata negli annunci immobiliari.
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